Nella vita, proprio come nel Monopoli, esistono eventi imprevedibili che, sebbene non desiderati, è opportuno considerare. Mentre nel gioco da tavolo si pescano le carte "Probabilità" o "Imprevisti", nella realtà ci troviamo di fronte a rischi che possono capovolgere i nostri piani, e che richiedono una riflessione preventiva. Un rischio spesso trascurato è l’insorgenza di una disabilità improvvisa, in qualsiasi sua forma. Un incidente stradale che compromette la mobilità o una malattia che limita le capacità cognitive, infatti, possono privarci dell’autosufficienza e della capacità di guadagno, stravolgendo non solo la nostra esistenza, ma anche quella dei nostri cari. Allo stesso modo, la scomparsa prematura rappresenta un rischio significativo per coloro che dipendono da noi. Se un genitore o un partner venissero a mancare, la stabilità economica della famiglia, specialmente in presenza di figli, potrebbe essere seriamente compromessa.
Per tutte queste ragioni, è essenziale non lasciare nulla al caso. In fondo, non si tratta di essere pessimisti, ma di essere prudenti: riflettere sulle conseguenze di un rischio e pianificare significa assumere padronanza della propria vita ed essere soggetti attivi.
Pianificare una lunga, bella vita
La vita è un percorso lungo, ma purtroppo non possiamo escludere la possibilità che ci si ammali o che si viva meno di quanto dicono le statistiche. Secondo l’ISTAT oggi in Italia le principali cause di mortalità sono le malattie del sistema circolatorio e i tumori, che insieme sono responsabili di oltre la metà dei decessi. Anche la disabilità è un rischio da non trascurare: a fine 2023, su una popolazione di circa 58 milioni di persone, quasi 3 milioni di italiani affrontano gravi limitazioni nelle loro attività quotidiane, cifra che rappresenta quasi il 5% dell’intera popolazione. A questo si aggiungono quasi 9,5 milioni di individui che convivono con limitazioni meno severe.
La lettura di questi dati sicuramente non rallegra, ma non dobbiamo lasciarci bloccare dalla paura. La ricerca scientifica sta infatti facendo passi da gigante, l’Intelligenza artificiale ci sta dando una grande mano nel realizzare trattamenti sempre più mirati ed efficaci che offrono speranza e sollievo. In più, abbiamo un’arma potentissima a nostra disposizione: lo stile di vita.
Per affrontare il futuro con serenità, quindi, servono (almeno) due cose: fare prevenzione, ovvero adottare uno stile di vita sano e partecipare ai programmi di screening, e pianificare, ossia assumere il controllo della propria vita economica e gestire i rischi.
L’importanza di proteggersi dai rischi legati alla salute
Sebbene il Sistema Sanitario Nazionale sia una delle più importanti conquiste sociali e garantisca a tutti il diritto alla salute, la sua efficacia nel pratico ha dei limiti. I tempi di attesa per prestazioni sanitarie pubbliche sono spesso lunghi, e questo può portare a doversi rivolgere al privato per una soluzione più rapida, nonostante i costi. A volte, infatti, attendere quasi un anno e mezzo per un’ecografia all’addome o oltre un anno per una visita specialistica può cambiare le sorti della diagnosi. A ciò si aggiunge il fatto che non tutte le prestazioni sono coperte dal sistema pubblico.
Anche il supporto statale, tramite il “welfare State”, in caso di invalidità gravi o decesso è limitato. Le prestazioni pubbliche, come la pensione di inabilità, o ai superstiti, vengono erogate solo a fronte di requisiti stringenti, sono riservate ai soli familiari e sono di entità esigua. Per fare un esempio, l’assegno annuo lordo erogato dall’INPS ai superstiti è in media di 898 euro per le donne e 575 euro per gli uomini (Rapporto annuale Inps 2025).
In questo contesto, non si può dare nulla per scontato: o ci organizziamo per proteggere la nostra salute e le nostre finanze in caso di imprevisti, o accettiamo di subirne le conseguenze e lasciare i nostri cari in una situazione di incertezza e difficoltà.
Cos’è esattamente un “rischio”?
Quando si parla di "protezione", si parla di rischio. Ma di cosa si tratta esattamente? La sua definizione più completa include tre elementi fondamentali: probabilità, danno economico e percezione soggettiva. Vediamoli meglio insieme.
Dimensione oggettiva del rischio
La prima dimensione è quella oggettiva. Si basa sulle statistiche e ci dice quanto è probabile che un evento accada. È un po’ come calcolare la probabilità di vincere alla lotteria o, in modo più serio, la probabilità di subire un infortunio o di ammalarsi gravemente.
Il danno economico causato dell’evento (se si verifica)
La seconda dimensione è il danno economico. Se l’evento si verifica, quali sono le conseguenze per il nostro portafoglio? Ad esempio, se subiamo un infortunio che ci rende invalidi, quale sarà il costo delle cure, della riabilitazione e della perdita di reddito? Questa dimensione ci spinge a quantificare l’impatto economico di un evento come una malattia, una disabilità o una scomparsa prematura.
La percezione soggettiva del rischio
Oggi, la definizione di rischio non è completa senza un terzo elemento: la percezione soggettiva. Ognuno di noi valuta un rischio in modo diverso in base a chi siamo e alle nostre esperienze. Per esempio, una persona che vive in un quartiere a rischio potrebbe percepire il furto in casa come un pericolo molto più concreto rispetto a chi vive in campagna. Allo stesso modo, le donne tendono a preoccuparsi maggiormente per i borseggi o le aggressioni, mentre gli anziani hanno paure specifiche legate alla loro condizione. Una volta individuati e compresi i rischi, dobbiamo decidere come gestirli.
Le strategie per affrontare i rischi della vita
Ci sono più modi per gestire i rischi. Possiamo trattenerli, affrontandoli da soli: questo lo si fa per i piccoli rischi quali un’influenza, ad esempio, che non mette in crisi nulla. Un’altra possibilità è rimuoverli, eliminando la causa del pericolo, come non andare in un determinato luogo per evitare ciò che potrebbe accadere. Ma esistono anche rischi dai quali è bene proteggersi. In generale, dovremmo focalizzarci su quelli che, pur avendo una bassa probabilità di accadimento, potrebbero causare un danno economico molto alto, che da soli non saremmo in grado di sostenere.
È qui che l’assicurazione diventa uno strumento insostituibile: non serve per i piccoli problemi, ma per proteggerci da quegli eventi rari ma catastrofici che potrebbero mettere in ginocchio la nostra vita e quella delle persone a cui vogliamo bene. Privarsi di poco per non doversi mai privare di molto: questo è il senso della mutualità assicurativa, una delle più grandi conquiste dell’era moderna.
Un piano per gestire e non subire il rischio
La tranquillità di fronte agli imprevisti è il risultato di un piano che si basa su alcune fasi ben precise. Vediamole insieme:
- Il primo passo è definire l’obiettivo. Si deve immaginare la stabilità che si desidera per sé e per i propri cari e chiedersi: quali spese si dovrebbero affrontare se un reddito venisse a mancare all’improvviso? Non bisogna pensare solo ai costi fissi come l’affitto o il mutuo, ma anche alle spese quotidiane per la spesa, le bollette, la scuola dei figli, o i loro studi universitari.
- Il secondo passaggio è fare l’inventario delle risorse a disposizione. Concretamente, questo significa compiere un’analisi precisa di tutte le entrate e le risorse a disposizione nel caso in cui si verificasse un evento dannoso. Si dovrebbero valutare non solo il reddito (o i redditi) a disposizione, ma anche altri possibili supporti. Ad esempio, la pensione di reversibilità dell’INPS, o le prestazioni offerte dai piani di welfare aziendale. Non bisogna dimenticare di considerare i risparmi, gli investimenti o altri patrimoni che potrebbero servire per gestire le spese.
- Il terzo passo è misurare la distanza, ossia mettere a confronto l’obiettivo di protezione con le risorse disponibili e individuare, così, il nostro fabbisogno.
A questo punto, sarà importante confrontarsi con un professionista del mercato per capire come gestire questa distanza. Attenzione al “fai da te”. Lo studioso canadese Malcolm Gladwell sostiene che per raggiungere una vera competenza in qualsiasi campo, servono circa 10.000 ore di pratica, che equivalgono a quasi cinque anni e mezzo di lavoro a tempo pieno. La conclusione è chiara: affidarsi a un esperto non è solo una scelta comoda, ma la strada più sicura per gestire questioni complesse.
Il valore sociale dell’assicurazione
Nel 1969, prima di partire per la Luna, gli astronauti dell’Apollo 11 si trovarono di fronte a un problema: nessuna compagnia assicurativa poteva assicurarli data l’estrema rischiosità della missione. Pur consapevoli dei rischi che stavano per correre, vivevano con grande ansia l’idea di partire lasciando le loro famiglie senza protezione. Così, presero una decisione straordinaria e toccante: firmarono centinaia di cartoline, con l’accordo che, se non fossero tornati, la vendita di questi autografi rari avrebbe garantito un futuro ai loro cari. Fortunatamente, il loro piano non fu necessario, ma questa storia rimane un potente promemoria dell’importanza di gestire i grandi rischi della vita.
La loro scelta dimostra infatti che non bisogna vivere nella paura, ma essere proattivi. Gli astronauti non si sono limitati a sperare per il meglio, ma hanno affrontato la realtà con creatività e pragmatismo. Oggi, a differenza loro, abbiamo la possibilità di pianificare e utilizzare strumenti come l’assicurazione per proteggerci da rischi che, da soli, non saremmo in grado di affrontare. Mettere al sicuro noi stessi e chi amiamo è un atto di coraggio e responsabilità, proprio come quello che ha portato l’uomo sulla Luna.