Come pianificare la tua pensione: i 6 passi da seguire

Smettere di lavorare, per chi lo desidera, significa ritrovare il proprio tempo e i propri spazi, potersi prendere cura delle cose a cui si tiene ed essere liberi dai doveri. Paradossalmente, tuttavia, non siamo abituati a dedicare sufficiente tempo al nostro futuro e le piccole e grandi incombenze quotidiane limitano la nostra capacità di organizzare gli oltre venti anni di vita che trascorreremo in pensione.

Il futuro non si può prevedere, ma si può organizzare, come si fa per un viaggio. Ecco allora alcuni consigli pratici per cominciare oggi a programmare la tua pensione di domani.

Guida alla pianificazione della pensione: tutte le fasi di un buon piano

La disciplina che si occupa di impostare un futuro economico di successo si chiama “pianificazione economico-finanziaria”. Il termine economia significa “amministrazione della casa”, mentre la finanza consiste nell’investire denaro su chi ha idee. Le due discipline aiutano a pianificare la previdenza, ossia a “predisporre in anticipo le contromisure necessarie ad affrontare bisogni e problemi che potrebbero insorgere” (Fonte: Oxford Dictionary).

Pianificare è un’abitudine umana peculiare e salvifica. In particolare, l’importanza di preservare la qualità della vita futura si traduce in metodi di pianificazione utili e di buon senso.

Le fasi da considerare sono 6. Per definirle, abbiamo fatto riferimento allo standard tecnico ISO-UNI 22222, che indica le migliori pratiche per pianificare la propria economia personale.

Vediamole insieme.

1 – Definire con chi affrontare il tema della pianificazione

Stabilire con chi affrontare il tema e approfondire quali competenze, strumenti, esperienze e titoli hanno la persona e l’azienda con le quali intendiamo gestire il nostro piano è il primo passo importante.

2 – Immaginare i propri bisogni futuri

Il secondo passaggio è partire da quello che vorremmo essere e fare quando smetteremo di lavorare. Questo significa, innanzitutto, pensare a quando vorremmo smettere di dedicarci all’attività lavorativa e confrontare questa data con i requisiti della pensione pubblica. Poi, sul versante economico, dobbiamo ricordarci che il futuro non coincide con il presente e che i bisogni e i desideri di una vita senza lavoro, e ragionevolmente con i figli fuori casa, sono diversi da quelli di oggi.

Il futuro, a essere poetici, è un tempo da inaugurare e disegnare con animo sereno e matite colorate scintillanti. Più prosaicamente, è necessario ragionare sulle spese future, e non sui redditi, perché i soldi servono per essere spesi in quel che ci serve e quel che ci piace.

3 – Ipotizzare quelle che saranno le entrate

Il terzo passo consiste nell’analizzare e valorizzare quello che ci aspettiamo ragionevolmente di poter ricevere, in termini economici, dalle varie forme di previdenza pubblica, complementare e da altre forme di ricavi futuri (immobiliari, finanziari). La differenza tra gli importi obiettivo definiti al punto 2 e gli importi valorizzati in questa fase può evidenziare una situazione di stabilità oppure un fabbisogno: è questo quello che dovremo colmare, sin da ora, con i nostri risparmi.

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4 – Scegliere gli strumenti necessari

Il quarto punto implica scegliere le modalità con le quali ottenere quanto ci serve. Nella guida agli strumenti di previdenza complementare abbiamo visto che esistono sia soluzioni che offrono un vitalizio sia soluzioni più flessibili, ma rischiose in termini di sopravvivenza al proprio reddito.

In questa fase il consiglio è quello di garantirsi le spese necessarie (cibo primario, casa, utenze, abbigliamento, trasporti, sanità ecc.) attraverso le soluzioni che offrono un vitalizio, e usare le forme di integrazione più flessibili solo per quella parte di spese più voluttuarie che, anche qualora non fossero coperte da entrate, non metterebbero in crisi la qualità del vivere.

5 – Trasformare le scelte in soluzioni concrete

Ora è il momento di trasformare le scelte effettuate in soluzioni concrete. Qui vogliamo essere molto chiari: conoscere la propria situazione e quel che dovremmo fare, ma poi non attuarlo, è come andare dal medico e poi non curarsi. Volendo essere sintetici, conoscere la propria situazione senza poi agire è inutile, se non nocivo. Se esiste un fabbisogno, è necessario confrontarsi con persone e aziende esperte e iniziare il proprio piano pensionistico.

6 – Apportare degli aggiustamenti, se necessario

Infine, come sempre accade, anche nel viaggio da qui alla pensione possono accadere molte cose. L’unico modo per affrontarle è, come fanno i navigatori satellitari, gestire i cambiamenti e ricalcolare la rotta.

In previdenza, almeno ogni anno è utile fare un punto per verificare se è successo qualcosa che richiede correttivi. I cambiamenti più frequenti riguardano la normativa previdenziale, l’andamento dei mercati finanziari, il proprio lavoro, i bisogni e i desideri, i redditi e i consumi ipotizzati.

L’importanza di affidarsi a degli esperti

La pianificazione previdenziale è abbastanza semplice dal punto di vista di modello e sequenze. Richiede tuttavia diverse competenze, e una nitida divisione del lavoro.

Le competenze principali riguardano la demografia (quanto si vivrà), il sistema previdenziale pubblico (quando potremo andare in pensione e con quanto), l’economia personale (come si fa un buon budget pensionistico), la finanza (quale profilo di rischio/mercato è coerente con i nostri tempi e modi), la fiscalità. I saperi sono vasti e complessi e pensare di saper fare tutto grazie a un’interrogazione all’intelligenza artificiale è ingenuo e di scarso senso.

Del tutto personale, invece, è quello che vogliamo per il nostro domani. La definizione di ciò che desideriamo come stile di vita futuro, infatti, è un compito nostro e non delegabile, da condividere con gli esperti previdenziali per verificarne la fattibilità e per avvicinarci al nostro obiettivo.

Programmare oggi la pensione, con immaginazione e competenza

Decenni di vita passati in un posto chiamato “pensione” meritano qualche decina di minuti di riflessione, pianificazione e analisi ogni anno. Il futuro si costruisce con il presente, ma come sempre non bisogna essere approssimativi o ingenui. Ogni cosa importante richiede qualche tempo, un po’ di attenzione, un professionista serio da ascoltare (e capace di ascoltarci).

Il futuro pensionistico necessita di elaborazioni, certo, ma anche di immaginazione e competenze. È un viaggio verso un tempo di libertà e di gioia, da intraprendere con calma, cura e fiducia.

Sergio Sorgi

Laureato in Sociologia, Fondatore di Progetica e Presidente di eQwa, Impresa Sociale, è esperto di welfare, pianificazione ed educazione finanziaria. Relatore in diversi convegni in Italia e all’estero, ha scritto vari testi, tra i quali "Il Planning della finanza personale”, “Capire le Assicurazioni”, “Guida all’educazione finanziaria”, “Kit di sopravvivenza del risparmiatore”, “La guida del Sole 24 Ore ai Fondi Pensione”, “Come pianificare la propria pensione”, “Guida alla Sicurezza della famiglia”, “Il futuro che (non) c'è - Costruire un domani migliore con la demografia”,  “Felicità cercasi - Pratiche personali e collettive”, “Fiducia – Sostantivo plurale”, “Il Tempo del Benessere – L’educazione finanziaria al servizio delle persone”.  Negli ultimi anni ha coordinato il comitato di indirizzo di “milano2046”, laboratorio di ricerca sul futuro remoto ed è stato segretario generale dell’Associazione “Mappa Celeste – Forum per il Futuro”,  Project leader della Prassi di Riferimento UNI 103 sul Welfare Aziendale e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Welfare Ambrosiano.

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