Fondi chiusi

I fondi chiusi sono una particolare tipologia di fondo comune d’investimento caratterizzata da un orizzonte temporale predefinito (solitamente tra i 10 e i 15 anni), un numero di quote prestabilito e specifici termini per sottoscrivere o rimborsare le quote.

A differenza dei fondi aperti, gli investitori non possono entrare o uscire liberamente: l’adesione è consentita solo nella fase di collocamento iniziale, mentre il rimborso del capitale investito avviene a scadenze predeterminate.

Questi strumenti sono spesso utilizzati per investimenti in attività non facilmente liquidabili, come immobili, infrastrutture o partecipazioni in società non quotate (private equity). La minore liquidità è compensata dalla possibilità di ottenere rendimenti potenzialmente più elevati nel lungo periodo, ma anche da un rischio maggiore rispetto ai fondi aperti.

La gestione è affidata a Società di Gestione del Risparmio (Sgr). Queste ultime devono disporre di almeno un milione di euro di capitale sociale e sono vigilate da Banca d’Italia e da Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa).

Nell’amministrazione del fondo intervengono anche:

  • il collocatore delle quote (di norma una banca o una SIM), che si occupa della vendita delle quote agli investitori;
  • la banca depositaria, che custodisce titoli e risorse finanziarie, e controlla la corretta gestione del fondo.