Perché, oggi più che mai, ciascuno di noi dovrebbe fermarsi, mettere per un attimo da parte lo smartphone, prendere in mano le redini della propria vita economica e assumere consapevolezza delle sfide del proprio corso di vita? Semplice, perché viviamo al centro di un enorme cambiamento di mondo: nuove tecnologie, nuovi lavori, nuove famiglie. Tutto intorno a noi si muove a una velocità incredibile… Per questo motivo dobbiamo dotarci di un libretto di istruzioni che ci permetta di stare al passo col cambiamento e cogliere le opportunità che la contemporaneità ci offre. Assumere consapevolezza sulle sfide della vita significa diventare soggetti attivi e mettere in atto piccole e grandi strategie che ci permettono di salire a bordo del cambiamento, di metterci ai comandi e andare dove desideriamo.
C’era una volta…
Il corso di vita è costellato da imprevisti e probabilità differenti rispetto a quelli di chi abitava il secolo scorso. Sino agli anni ’70 nel nostro Paese si nasceva molto e l’alta natalità contribuiva a far crescere la popolazione, a diffondere un clima di fiducia e a generare nuclei familiari ampi, numerosi e supportivi (le cosiddette famiglie cespuglio). La fine della scuola spesso coincideva con l’inizio del lavoro e i ragazzi, inseriti in un contesto socioeconomico virtuoso, riuscivano a diventare economicamente autonomi molto presto.
Il mondo del lavoro offriva contratti duraturi che accompagnavano giovani e meno giovani sino al momento della pensione, che avveniva ad età non troppo avanzate ed era alimentata da assegni pensionistici generosi. Ci si innamorava, ci si sposava e le unioni, più o meno felici, duravano a lungo e senza grandi interruzioni. Si viveva a lungo, ma raggiungere i cent’anni era una conquista riservata a pochi fortunati… E oggi? Quali nuove sfide dobbiamo conoscere, affrontare e vincere?
Uno sguardo sul presente
Oggi le cose sono un po’ diverse. La società è mutata e ci pone di fronte a sfide nuove, né migliori né peggiori, semplicemente diverse. Si nasce poco, per scelta o necessità, e si vive in famiglie sempre più sottili e poco popolate. In Italia trionfano le famiglie unipersonali (i single), che da pochi anni hanno superato le coppie con e senza figli. I giovani lasciano la casa di origine sempre più tardi e molti di loro faticano a trovare una propria stabilità, saltellando da un lavoro all’altro (job hopping). Il concetto di “indeterminato” – nel lavoro, così come nelle relazioni – ha lasciato spazio a quello di flessibilità e temporaneità.
Il mondo del lavoro richiede adattamento, sia ai giovani, sia ai senior. Per loro, però, ritrovare lavoro dopo un’interruzione diventa particolarmente difficile. Si va in pensione quasi a 70 anni con pensioni non sempre adeguate e, incredibile ma vero, raggiungere e superare i 100 anni non è più una rarità! Alcuni dati (fonti: dati Istat 2023-2024) evidenziano in maniera inequivoca i principali cambiamenti avvenuti:
- 1,2 figli in media per donna (ne servirebbero 2,1 per mantenere il paese in equilibrio);
- 2,1 milioni di neet: ragazzi che non studiano più e non lavorano ancora;
- 32 anni (femmine) – 35 anni (maschi): raggiungimento dell’autonomia economica;
- 36% di famiglie unipersonali – 29% coppie con figli;
- 60% sono i 55-64enni che lavorano (e gli altri?);
- 184.207 matrimoni a fronte di 162.267 separazioni e divorzi;
- +440% aumento dei centenari in un quarto di secolo.
Qual è l’esito di un corso di vita che accoglie famiglie sempre più eterogenee e frammentate, e crea biografie non più così lineari, ma ricche di sorprese, sliding doors, interruzioni improvvise e nuovi inizi?
Assumere consapevolezza per costruire benessere
In questo quadro, bisogna essere pronti a gestire l’inatteso. Questo significa, ad esempio, informarsi sui diritti di welfare della propria famiglia. Oggi lo Stato sociale aiuta i cittadini in caso di bisogno, ma si concentra principalmente sulla tutela delle coppie sposate (pensiamo alle pensioni ai superstiti o alla successione legittima). Molti di noi, però, fanno parte di nuclei diversi (conviventi, famiglie ricostruite, ecc.) che, pur necessitando dei medesimi supporti, si trovano privi di diritti.
In un contesto così mutevole, diventa necessario impostare una struttura economica capace di resistere a eventi inattesi ma diffusi, come una separazione, un licenziamento, una malattia, o la presenza in casa dei figli fino a età sempre più avanzate.
Ci vogliono strategie per costruirsi una riserva in grado di mitigare eventuali periodi di transizione fra la fine del lavoro e l’inizio della pensione. La longevità, traguardo della nostra epoca, impone inoltre ragionamenti attenti per evitare di esaurire le risorse economiche prima del tempo. Vivere a lungo è una meravigliosa opportunità, ma bisogna anche vivere bene ed essere certi di potersi curare in tarda età in caso di bisogno.
I sistemi di previdenza e assistenza pubblici ci sono, ma la bassa natalità, l’invecchiamento della popolazione e l’instabilità lavorativa impattano fortemente sulla capacità dello Stato di garantire a tutti prestazioni dignitose. Saremo all’altezza delle sfide che ci aspettano? Questa è una questione che ci riguarda tutti, ma che si riflette in modo unico sulla vita di ciascuno.
Siamo perfettamente imperfetti
Le sfide oggettive della contemporaneità sono chiare, ma allora perché facciamo così tanta fatica a risparmiare, proteggerci, pensare alla nostra pensione o investire per obiettivi di vita importanti? Semplice: perché siamo perfettamente imperfetti… e spesso adottiamo comportamenti irrazionali, anche in ambito economico. Qualche esempio?
- Teniamo i risparmi sul conto corrente, con il rischio che l’inflazione li eroda (nel triennio 2022-2024, ogni cittadino ha perso in media quasi 4.000 euro a causa dell’inflazione e per l’eccesso di liquidità).
- Tentiamo la fortuna affidandoci al caso (il fatturato del gioco nel 2024 si avvicina a 160 miliardi di euro, circa 2.500 euro a testa).
- Ci affidiamo ai consigli stravaganti di “professionisti dell’occulto” (in Italia si contano circa 150.000 maghi e cartomanti).
Ognuno di noi, a suo modo, interpreta la realtà che lo circonda, reagendo agli stimoli esterni in modo più o meno razionale. Quali atteggiamenti ci caratterizzano? Siamo ottimisti o pessimisti, pieni di speranza o indifferenti? Quali criticità dovremmo contenere per evitare che ostacolino la nostra ricerca di benessere?
AAA Futuro e fiducia cercasi
Se qualcuno ci chiedesse che obiettivi di vita abbiamo per il 2030, cosa risponderemmo? Con buona probabilità restituiremmo all’interlocutore un breve momento di silenzio o svieremmo la domanda cambiando discorso. Siamo infatti diventati “breveterministi” e la maggioranza di noi fatica ad avere obiettivi di vita chiari e ben definiti. Viviamo in una società che, complici i media, amplifica la retrotopia (l’idealizzazione dei bei tempi andati) e abbonda di distopia, dipingendo il futuro a tinte fosche e calcando la mano su scenari catastrofali e pericolosi (“Lo Stato? Non ce la fa! L’Inps? Fallirà! Il mondo? Soffocherà…”).
Circondati da comunicazioni ansiogene e depressive, viviamo arroccati nel presente, sperimentando quotidianamente una buona dose di paura (in Italia il Censis conta più di 6 milioni di panofobici – la panofobia è la paura di tutto – e tra questi molte sono le donne e i giovani). Chiusi in questo stato d’animo cerchiamo alleati a cui affidarci, ma ci fidiamo sempre meno di tutti quegli esperti che potrebbero aiutarci a raggiungere con competenza i nostri traguardi (scolastici, professionali, personali).
Alessandro Baricco parla della rottura del patto con le elites, ossia di una crescente spaccatura di fiducia tra noi e chi ha studiato e ha acquisito competenze misurabili. In questo quadro, c’è chi si affida ai “fin-influencer” e chi sceglie la via del fai da te, andando alla ricerca di informazioni in rete. I rischi, qui, sono molti: lo evidenzia bene il sociologo canadese Michael Gladwell che ci ricorda, infatti, che occorrono almeno 10.000 ore per diventare esperti di una disciplina.
Di fronte all’incertezza, aumentare la fiducia
Quando ci troviamo ad affrontare momenti di fatica e incertezza, è fondamentale rafforzare la nostra fiducia e coltivare relazioni positive. Edgar Morin, filosofo di fama internazionale, ci invita a ritenere l’incertezza come uno stato inevitabile della nostra vita e ad affrontarla con consapevolezza e costruendo reti di relazione. “La vita”, dice Morin, “è una navigazione in un oceano di incertezze, attraverso isole di certezze”.
Connettersi con professionisti che possano offrire supporto nell’interpretazione dei cambiamenti demografici e nella comprensione delle nostre irrazionalità ci permette di affrontare le sfide e raggiungere importanti obiettivi di vita. Tenere sotto controllo la propria vita economica, risparmiare, inaugurare il futuro non è facile, ma è essenziale per costruire biografie di benessere.
I vantaggi sono numerosi, tangibili e misurabili. Qualche esempio? Investire nell’istruzione dei figli significa offrire loro un futuro migliore. I laureati, in media, vivono 3,7 anni in più e guadagnano quasi 9.500 euro in più all’anno. Non solo, chi gestisce attentamente il proprio budget può aspettarsi di essere il 20% più "ricco" al termine della carriera lavorativa. Questi dati parlano chiaro: essere soggetti attivi e pianificare la nostra stabilità economica vale davvero la pena.