Cos’è il tasso di sostituzione della pensione e perché è importante considerarlo

Quando si guarda al proprio futuro, uno dei momenti che genera più aspettative, ma anche incertezze, è quello del passaggio dalla vita lavorativa alla pensione. Senza una pianificazione adeguata, infatti, questo cambiamento potrebbe comportare una sensibile riduzione del reddito mensile.

È proprio qui che entra in gioco il tasso di sostituzione: un indicatore fondamentale che misura quanto della retribuzione percepita durante la carriera sarà effettivamente garantito dalla pensione, aiutandoci a capire se potremo mantenere lo stesso stile di vita.

In questo articolo, vedremo meglio cos’è il tasso di sostituzione, come si calcola, perché è in calo e cosa fare per incrementare la pensione futura.

Cos’è il tasso di sostituzione (lordo e netto) e come si calcola

Il tasso di sostituzione – noto anche come coefficiente di sostituzione – indica la quota del reddito percepito durante l’attività lavorativa che sarà mantenuta una volta raggiunta l’età pensionabile. In altre parole, ci dice quanto del nostro reddito sarà coperto dalla pensione quando smetteremo di lavorare:

  • Se il tasso è alto (vicino al 100%), significa che il reddito pensionistico sarà quasi pari all’ultimo stipendio, per cui mantenere il proprio stile di vita sarà più semplice.
  • Se il tasso è basso, la pensione coprirà solo una parte del reddito da lavoro: questo potrebbe costringere a risparmiare di più o a modificare le proprie abitudini di spesa.

Il calcolo è piuttosto semplice e si basa su questa formula: Tasso di sostituzione = (Pensione / Ultimo stipendio) × 100.

Per esempio, se il tuo ultimo stipendio mensile è di 2.500 euro e il primo assegno pensionistico è di 1.750 euro, il tasso di sostituzione è del 70%.

È anche importante sapere che esistono due modi per calcolare questo indicatore:

  • il tasso di sostituzione lordo prende in considerazione gli importi al lordo delle imposte e dei contributi previdenziali;
  • il tasso di sostituzione netto, invece, si basa sulle somme effettivamente percepite, cioè al netto delle imposte e dei contributi previdenziali (a differenza del primo, questo calcolo dà una misura più realistica del potere d’acquisto durante la pensione).

Sebbene la formula sia immediata, l’importo della pensione e, di conseguenza, il tasso di sostituzione effettivo dipendono da molti fattori, tra cui:

  • l’età in cui si decide di andare in pensione;
  • l’anzianità contributiva;
  • il tipo di lavoro svolto;
  • il sistema pensionistico applicato.

Questi elementi rendono il tasso di sostituzione un valore variabile e personalizzato, che può cambiare nel tempo anche a seconda delle scelte e delle condizioni individuali.

Perché il tasso di sostituzione sta diminuendo in Italia?

Il progressivo calo del tasso di sostituzione è il risultato di diversi fattori come l’aumento dell’aspettativa di vita, la riforma del metodo di calcolo delle pensioni che ha introdotto il sistema contributivo, ma anche la flessione demografica, che riduce il numero di lavoratori rispetto ai pensionati.

Combinati insieme, questi elementi stanno rendendo più complessa la sostenibilità del sistema pubblico, con effetti diretti sulla pensione che si potrà percepire.

Fino agli anni ’90, il sistema pensionistico italiano si basava sul metodo retributivo, che determinava l’importo della pensione in funzione degli ultimi stipendi, garantendo così una continuità reddituale piuttosto elevata. Successivamente, con la Riforma Dini del 1995, si è avviato il passaggio al sistema contributivo. A differenza del precedente, il nuovo metodo calcola l’assegno pensionistico sulla base dei contributi effettivamente versati durante l’intera carriera lavorativa, tenendo conto anche dell’andamento dell’economia e dell’età in cui si accede alla pensione.

È fondamentale comprendere queste dinamiche per evitare sorprese al momento del pensionamento. La riduzione del tasso di sostituzione, infatti, rende più importante integrare la pensione pubblica con strumenti di previdenza complementare, come vedremo meglio tra poco.

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Qual è un tasso adeguato e come colmare eventuali gap?

Per mantenere un buono stile di vita anche dopo il pensionamento, si considera generalmente adeguato un tasso di sostituzione mediamente del 70-80% dell’ultimo stipendio percepito. Naturalmente, come già detto, questo può variare in base alle necessità individuali.

Se la pensione pubblica non riesce a garantire un livello di reddito adatto alle proprie necessità, è importante valutare soluzioni complementari di risparmio e investimento.

Strumenti come i fondi pensione, le polizze vita o i PIP rappresentano delle opportunità per colmare eventuali gap previdenziali, assicurando una maggiore stabilità economica e serenità durante la fase post-lavorativa.

Piano Individuale Pensionistico: un possibile strumento di previdenza complementare

Tra quelli appena menzionati, approfondiamo rapidamente il Piano Individuale Pensionistico (PIP). Si tratta di una soluzione di previdenza complementare privata di tipo assicurativo, accessibile a chiunque indipendentemente dalla propria posizione lavorativa.

Questo strumento si basa su due principali tipologie di contratto:

  • contratti di assicurazione sulla vita di Ramo I: il valore della posizione individuale cresce in base ai rendimenti delle Gestioni Separate;
  • contratti di assicurazione sulla vita di Ramo III: la rivalutazione è legata all’andamento delle quote di fondi interni gestiti dalla Compagnia assicurativa;
  • formule miste, dove la rivalutazione della posizione individuale è legata a contratti di assicurazione sulla vita di Ramo I e Ramo III.

In entrambi i casi, il PIP permette di costruire un capitale aggiuntivo per la pensione in modo flessibile e personalizzato. Rappresenta quindi un valido alleato nella pianificazione previdenziale a lungo termine.

Athora Futuro Previdenza* è un prodotto di questo genere. Grazie ad esso, potrai versare i contributi con la massima libertà – tramite versamenti volontari, trattenute in busta paga, destinazione del TFR o versamenti diretti da parte del datore di lavoro – senza limiti, né minimi né massimi, sull’importo.

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*Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la Parte I ‘Le informazioni chiave per l’aderente’ e l’Appendice ‘Informativa sulla sostenibilità’, della Nota informativa. Maggiori informazioni sono rinvenibili nella Nota Informativa completa, nel Regolamento e nelle Condizioni Generali di Contratto disponibili presso l’intermediario autorizzato e sul presente sito.

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